I tre mondi di Carmelo Fabio D’Antoni: della realtà, dell’immaginazione, della rappresentazione. A cura del Prof. Simon Villani

E’ costituito dalla figura femminile l’elemento peculiare e onnipresente dell’arte di Carmelo Fabio D’Antoni.

Di questa viene rappresentato soprattutto il volto, il busto è spesso trasfigurato, paludato d’ali o reso etereo, il corpo non compare quasi mai nella sua interezza e alterità .

Eppure queste donne appaiono particolarmente vive, pulsanti di sensualità, evocatrici d’immagini simboliche e al tempo stesso reali, inquietanti al contempo rasserenanti, evocatrici di pulsioni immanenti,eppure rappresentanti dell’eterno femminile.

I nomi di queste donne – Morgana, Euridice, Beatrice, Morrigan, Scilla, Eris, Arcangel – ,inusuali o improbabili, cosi come le loro fattezze insolite, hanno l’ intento di renderne l’unicità e la singolarità, abbinate al contesto in cui vengono collocate , eppure esse hanno la capacità di evadere dalla gabbia della specificità costruita intorno a loro per apparire palpabilmente e incredibilmente mature reali e pulsanti, decretando cosi la loro vittoria sui colori dei fondali, volutamente  spenti, sugli oggetti che simbolicamente e contornano, sui rarefatti elementi paesaggistici.

Sono evidenti e frequenti nelle raffigurazioni dell’Artista rappresentazioni di un doppio femminile , come bene e male, salvazione e perdizione, Eros e Tanathos , mai viste in una giustapposizione dilaniante e cruente, quanto piuttosto quali differenze carnalmente e indissolubilmente legate le une alle altre e che traggono la loro ragione d’essere, e si evidenziano nelle loro specificità, grazie alle caratteristiche contrarie – Sicché, potremmo affermare che tale doppio trae la sua ragion d’essere dalla considerazione della natura umana, capace di manifestare comportamenti  contrastanti e opposti.

Soprattutto, trae la sua ragione d’essere dalla sensibilità che ‘Artista mostra di ravvisare per gli effetti che la presenza femminile è capace di suscitare in un animo maschile.

Nel mondo artistico di D’Antoni, poi, l’onirico particolarmente evidente nelle atmosfere sognanti e temporali,  fantasia intesa come trasfigurazione e improbabilità di cose ed eventi , ed inconscio sono indissolubilmente legati.

Si tratta, tuttavia, di una dimensione dell’ inconscio interpretabile secondo parametri bemiani, là dove appaiono coesistenti la dimensione dell’Io genitore, capace di guardare la materia oggetto della tradizione e della classicità , dell’Io adulto capace di interpretare cose, eventi e personaggi con l’equilibrio e la serenità necessari e l’Io bambino , capace di soluzioni creative, originali e personali.

Da qui il ricorso alla mitologia , non solamente classica, giacché nelle opere sono rappresentati anche personaggi, divinità e simboli della tradizione celtica e vichinga , intesa come regno della fantasia, ma anche come ricerca di un diverso approdo culturale ed esistenziale.

L’invenzione artistica, tuttavia, pur essendo transitata attraverso diversi periodi reca talune tracce indelebili della formazione, maturata attraverso la sperimentazione di tecniche pittoriche e grafiche diverse e la pratica della scultura, soprattutto attraverso lo studio tela pittura fiamminga, dei preraffaelliti e dei paesaggi  surrealistici.

I colori, talvolta vivaci, talaltra cupi, risentono dello stato d’animo dell’ Artista, ma anche si legano indissolubilmente ai soggetti  e alle atmosfere evocate, rendendone tangibilmente la capacità di resa multisensoriale, che dalla si trasferisce sullo spettatore.

Prof . Simon Villani